Appuntamento
speciale con il Treno del Mistero nel giorno di Natale.
Non ci sono “Dischi della Settimana”, ma una bella quantità di musica
“stagionale” delle radici, nuova o dal passato. Con tanto blues, soul,
r&b, r&r, country, jazz, gospel ed altro ancora.
Sul “Treno del Mistero” natalizio viaggeranno con noi:
Duke Ellington, The Ronettes, Nick Lowe & Los Straitjackets, Good
Lovelies, The McCrary Sisters, The Mavericks, John Blues Boyd with
Kid & Lisa Andersen ( A Gulf Coast Christmas ), Johnny & Jaalene,
Sharon Jones & The Dap-Kings, JD McPherson, James Brown, Jimmy
Carpenter ( A Gulf Coast Christmas ),Raphael Wressnig & Igor Prado,
Michael Falzarano & Extended Family, Jimmy Buffett, Kelly’s Lot,
Los Lobos, Kacey Musgraves, John Prine, April Mae & The June Bugs,
The Brian Setzer Orchestra, Leon Redbone, Hamilton Loomis,
Big Harp George, Keb’ Mo’, The Claire Lynch Band, Buddy Guy,
Frank Bey & Anthony Paule Band, Berra Karlsson.
BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO A TUTTI !
Dischi
della Settimana :
Vanessa Collier - “Heart On The Line“ (Phenix Fire)
Da due anni consecutivi trionfatrice ai Blues Music Awards, Vanessa Collier prosegue la sua entusiasmante ascesa e licenzia il quarto album, sempre magnificamente sostenuta dall’abituale formazione guidata dalla chitarrista Laura Chavez. La giovane e talentuosa sassofonista, cantante e autrice texana si occupa anche della produzione e “Heart On The Line” risulta vincente e davvero accattivante, con la sua gustosa miscela di blues, soul, funk e rock. Soprattutto originali le tracce – particolarmente intrise di soul le stupende “What Makes You Beautiful” e “If Only” – ma anche l’iniziale “Super Bad” di James Brown e “Leave Your Hat On”, proprio quella firmata da Randy Newman e resa celebre da Joe Cocker, fanno la loro bella figura.
Johnny & Jaalene – “Underneath The Mistletoe” (Rip Cat)
Entrambi californiani, Johnny ventun’anni chitarrista e cantante di Orange County, figlio del noto bluesman Kid Ramos; Jaalene De Leon appena diciotto, da Anaheim, vocalist ma anche affermata attrice teatrale. Insieme avevano firmato un brillante esordio per Rip Cat nel 2018. Ed è ancora l’etichetta losangelena a consegnarci questo nuovo EP interamente votato al Natale. I due ragazzi affievoliscono per l’occasione le comuni radici latine, ma non quelle r&r e rockabilly (“Rockin’ Medley”, “Let’s Go Caroling !”), aggiungono un po’ di romanticismo “stagionale” (“Christmas Means Love”, “Have Yourself A Merry Little Christmas”) e firmano una piacevolissima title-track nel segno di Phil Spector.
Kronos Quartet & Friends Celebrate Pete Seeger
“Long Time Passing“ (Smithsonian Folkways)
Sulla scena dal 1973 e con più di sessanta dischi pubblicati, il celebre quartetto d’archi di San Francisco, Ca. (David Harrington-violino, John Sherba-violino, Hank Dutt-viola, Sunny Yang-violoncello) ha esplorato ogni tipo di realtà musicale: classica, avanguardia, jazz, world, folk… Sempre con eccellenti risultati e un costante impegno politico e sociale. Per questa nuova fatica la formazione californiana va a rovistare nell’immenso “canzoniere” di Pete Seeger e ne rilegge, con il suo stile unico, alcune delle pagine più note e suggestive, quali “If I Had A Hammer”, “Where Have All The Flowers Gone ?”e “Turn, Turn, Turn”.
La parte vocale è affidata a una manciata di amici, tra cui Sam Amidon, Brian Carpenter, Lee Knight e la spagnola Maria Arnal. Il livello generale dell’opera è più che soddisfacente, con un paio di momenti davvero toccanti: “Mbube/Wimoweh/The Lion Sleeps Tonight”, con arabeschi vocali da brivido e la conclusiva “We Shall Overcome”, che ospita i cori di due scuole elementari di San Francisco, diretti dalla poetessa Nikky Finney. “Long Time Passing” esce per Smithsonian Folkways, la storica etichetta dell’indimenticabile folksinger newyorkese scomparso nel 2014.
Johnny Nicholas - “Mistaken Identity“ (Valcour)
Il bagaglio di esperienze accumulate da Johnn Nicholas a partire da metà anni ’60 è davvero consistente e prestigioso. I gruppi giovanili nel Rhode Island con Duke Robillard e Ronnie Earl, la frequentazione chicagoana di leggende del blues come Walter Horton e Johnny Shines e i tre anni di permanenza con i texani Asleep At The Wheel. Ma è il tempo trascorso a Basile, Louisiana, nel cuore del Bayou Country, che vengono rievocati in questo nuovo album. Un periodo altamente formativo, con tanto blues, r&b, honky-tonk e, naturalmente, cajun, al fianco di eroi locali del calibro di Nathan Abshire e Dewey Balfa.
E guarda caso “Mistaken Identity” viene pubblicato da Valcour, la solerte etichetta di Joel
Savoy, localizzata a Eunice, che dista appena dieci miglia da Basile. L’opera è un sapido distillato di “musica delle radici” suonato da un’ottima band in trasferta dal Texas, a cui si aggiungono le tastiere di Eric Adcock e il violino di Savoy.
Le Altre Novità :
Cathy Grier + The Troublemakers, A Band Called Sam, Samantha Martin &
Delta Sugar, Nick Lowe & Los Straitjackets, Michael Falzarano & Extended Family, Mike Zito (A Gulf Coast Christmas), Big Harp George, Paolo Bonfanti with Big Fat Mama, Harmonica Shah & Howard Glazer, Mark Viator & Susan Maxey.
Dal Passato :
Brigitte Purdy, Asleep At The Wheel, Joe Turner with Pete Johnson’s Orchestra, Michele D’Amour & The Love Dealers, The Ventures, Pazzo & The HotHeads
(The Hot Club Of San Francisco), James Brown, JD McPherson, The Mavericks,
Mindi Abair & The Boneshakers, Katie Garibaldi, Judy Nazemetz, Jerry Velona,
Cathy Barton Dave Para & The Paton Family.
Benvenuti a Bordo e . . . Buon Natale a tutti !
D
i s c h i d e l l a S e t t i m a n a :
Michael Falzarano And Extended Family – “A Kaleidoscope Christmas”
(Hypnotation)
Cantautore e chitarrista di provata esperienza – da quindici anni con gli storici New Riders
Of The Purple Sage e in passato addirittura venti con gli altrettanto blasonati Hot Tuna –
Michael Falzarano ci invia un biglietto natalizio particolarmente gradito. Da tempo in cantiere e fortemente desiderato dalla moglie Claudia, appassionata di musica “stagionale”,
“A Kaleidoscope Christmas” è un piacevole e stimolante viaggio invernale attraverso la “musica delle radici”. In programma una dozzina di nuove composizioni – solo la classica “Jingle Bells” si defila – che si agitano tra blues, r&r, country-rock, boogie-woogie e improvvisazioni jam. La “Famiglia Estesa” comprende molti amici, tra cui i newyorkesi Zen
Tricksters, il tastierista Jason Crosby, Prof. Louie e Miss Marie (Crowmatix). E non manca
il contributo westcoastiano, fornito in alcuni brani proprio dagli Hot Tuna al completo: Jorma Kaukonen, Jack Casady e Pete Sears. Nomi da brividi e musica coi fiocchi ! Non solo di neve…
Sonny Green - “Found ! One Soul Singer“ (Little Village Foundation)
Non sono rari gli esempi di esordi tardivi nel mondo del blues e dintorni. Per quanto riguarda Sonny Green – le origini in Louisiana, ma da oltre quattro decadi attivo a Los Angeles – il debutto ufficiale su un album completo arriva solo adesso, alla bellezza di 77
anni ! ! ! A cavallo tra i 60’s e i 70’s una manciata di roventi singoli – “If You Want Me…” viene ripescato per l’occasione – e niente più. Ma Green è rimasto sempre in allenamento
(concerti, esibizioni) e la sua voce non ha perso un briciolo del fuoco e della passione soul dei tempi d’oro. Ad accorgersene il lungimirante Jim Pugh, che ha siglato questa opera prima con la sua etichetta “no-profit”. Produzione affidata al genio incontenibile di Kid Andersen. Luogo del misfatto, naturalmente, i suoi Greaseland Studios di San Josè, Ca.
con un’ottima band diretta da Pugh e alcuni ospiti speciali: Alabama Mike e i sassofonisti
Terry Hanck e Sax Gordon. Con una voce ruggente, permeata di intensi umori blues, soul, gospel e funk, Green recupera perle di alcuni giganti del passato (Bobby Bland, Little Milton, Syl Johnson, Ted Taylor) e si cimenta anche con materiale fresco (Rick Estrin, lo stesso Alabama Mike), uscendone sempre a testa alta e con l’esuberanza di un “giovane” leone !
B e n L e v i n - “C a r r y o u t O r D e l i v e r y ( VizzTone )
Nonostante gli impegni di studio al college, l’appena ventunenne tastierista di Cincinnati,
Ohio torna a dar prova del suo strabiliante valore e per la terza volta colpisce a pieno il bersaglio. Eccellente su vari fronti (piano acustico ed elettrico, Hammond e voce), Ben Levin questa volta non ha bisogno di ospiti come nel precedente “Before Me” per dimostrare il suo smisurato talento. Con lui solo l’ottimo abituale trio guidato da papà Aaron, brillante chitarrista. Improntato alla più pura tradizione del r&b pianistico (Ray Charles, Floyd Dixon, Fats Domino), lo stile di Levin è sempre fresco e vibrante, ma anche fine e variegato e questo nuovo album lo manifesta in modo eloquente. Tutte le tracce presenti, per due terzi originali, viaggiano a livelli elevati, ma un plauso particolare va a “NOLA Night”, travolgente strumentale dedicato ai ritmi notturni della “Crescent City”.
L e y l a M c C a l l a -- “Vari - Colored Songs“ (Smithsonian Folkways)
Nata a New York da genitori haitiani e cresciuta nel vicino New Jersey, Leyla McCalla vanta una formazione classica dedita allo studio del violoncello. Da tempo residente a New Orleans, dove si è avvicinata alla tradizione nera della “Old Time String Music”, ha fatto parte dei Carolina Chocolate Drops, al fianco di Rhiannon Giddens e Dom Flemons e ha alle spalle tre notevoli lavori solisti. Lo scorso anno ha dato vita alle Our Native Daughters, supergruppo femminile insieme a Amythyst Kiah, Allison Russell e la stessa Giddens, con uno stupendo disco prodotto da Dirk Powell e pubblicato da Smithsonian Folkways. Ed è proprio la casa Washington, DC a rimettere in circolazione il bellissimo album d’esordio del 2013, all’epoca su Jazz Village/Dixiefrog. Il disco è un sentito tributo a Langston Hughes, celebre poeta, scrittore, intellettuale, figura di primissimo piano della cosiddetta “Black Renaissance” nei primi decenni del secolo scorso. Molto vicino allo spirito del blues e del jazz. Leyla mette in musica otto poesie di Hughes, aggiunge cinque brani della tradizione haitiana con nuovi arrangiamenti e completa l’opera con due proprie composizioni. L’impianto è completamente acustico e la ragazza canta e suona anche chitarra e banjo oltre al suo strumento abituale. In solitudine o accompagnata da pochi fidati collaboratori. Assolutamente da riascoltare per il suo fascino seducente.
A l t r e N o v i t à :
Miss Emily, Diana Rein (A Gulf Coast Christmas), Samantha Martin & Delta
Sugar, John Fusco And The X-Road Riders, John Németh, Johnny & Jaalene,
The Anthony Paule Soul Orchestra with Marcel Smith, The Honey Larks,
Kronos Quartet & Friends (Sam Amidon), The Reverend Shawn Amos, Randy
Casey, Justin Howl, Bobbo Byrnes, Cina Samuelson, Berra Karlsson.
D a l P a s s a t o :
Roomful Of Blues, Allen Toussaint, Sharon Jones & The Dap-Kings, Big Joe
Duskin, Los Straitjackets, Blue Xmas, Big Harp George, Otis Redding, Meg
Williams, Booker T.And The MGs.
B e n v e n u t i a B o r d o !
D
i s c h i d e l l a S e t t i m a n a :
F i o n a B o y e s - “ B l u e s I n M y H e a r t “ ( Reference )
Registrato in appena due giorni nel settembre del 2000, “Blues In My Heart” rappresenta l’esordio solista dell’australiana Fiona Boyes. In occasione del suo ventesimo anniversario, l’album è stato rimasterizzato e ristampato da Reference, l’etichetta di San Francisco, Ca.
che ha pubblicato le ultime tre notevoli prove della formidabile chitarrista e cantante di Melbourne. All’epoca la Boyes aveva già alle spalle quindici anni di attività a livello
nazionale e alcuni dischi con The Mojos, la sua band tutta al femminile. Il nuovo millennio
le avrebbe riservato molte soddisfazioni, con la vittoria all’International Blues Challenge del
2003 e la successiva quantità di prestigiose “nominations”. Album acustico di “fingerpicking ragtime blues” – per sua stessa definizione – “Blues Nel Mio Cuore” suona ancora fresco, godibile e attualissimo, con una decina di brillanti tracce autografe e alcune gemme dai “canzonieri” di Leadbelly, Rev. Gary Davis, J.B. Lenoir e Tommy Johnson. Fiona è per lo più
sola con la sua miracolosa chitarra, ma in qualche brano viene affiancata da due fedeli
Mojos: Kaz Dalla Rosa (armonica) e Paula Dowse (batteria). Una breve apparizione anche
per la pianista Gina Woods.
K e l l y ‘ s L o t - “ A n o t h e r S k y “ ( Autoprodotto )
Cantautrice folk con un cuore profondamente intriso di blues, Kelly Zirbes licenzia il quindicesimo lavoro insieme al chitarrista e produttore Perry Robertson, con cui guida da più di venticinque anni i Kelly’ s Lot. “Another Sky” è meno blues del solito e rappresenta una sorta di ritorno alle radici folk dell’artista californiana. Un “sound” piacevole e variegato con gustosi quadretti country-folk e tracce messicane, irlandesi, francesi e pop anni ’60 percorre la raccolta. Metà del programma è stato ispirato dai suggerimenti dei fans raccolti
su Facebook. Ospite speciale il chitarrista Doug Pettibone, che duetta anche con Kelly nella deliziosa “Tangled”. Chi ama le canzoni natalizie non rimarrà certo deluso dall’avvincente “Christmas Is Calling”.
B o b b y R u s h - “ R a w e r T h a n R a w “ ( Deep Rush )
Ottantasettente in splendida forma e campione indiscusso del “Chitlin Circuit”, Emmett Ellis Jr. alias Bobby Rush torna alla ribalta con un nuovo progetto che segue a breve distanza il fortunato “Sitting On The Top Of The Blues”. “Rawer Than Raw”, con il suo impianto totalmente acustico, crudo ed essenziale, si rifà anche nel titolo a “Raw”, uscito nel 2007.
Quel disco conteneva solo creazioni originali in puro stile Delta Blues. Qui troviamo anche omaggi specifici a giganti del Mississippi, conosciuti e frequentati in età giovanile, soprattutto a Chicago: Skip James, Sonny Boy Williamson II (Rice Miller), Howlin’ Wolf -suo vero eroe- e Muddy Waters. Nomi che mettono i brividi…Registrazioni effettuate nel corso di questi ultimi anni in completa solitudine – voce, chitarra e armonica – a Jackson, Mississippi, dove Rush risiede da molto tempo. Amore, passione, rispetto per il passato e assoluto rigore stilistico sono i tratti salienti di questo encomiabile lavoro. Unico rammarico, scrive Rush nelle note di copertina, è non aver potuto includere nella raccolta altri mississippiani “doc” quali Jimmy Reed, John Lee Hooker, Skip James e B.B.King. La nostra speranza è che possano tornare utili per una eventuale prossima puntata di “crudità”. Che sia già tutto programmato nella sua mente ?...
Peter Veteska & Blues Train – “Grass Ain’t Greener On The Other Side”
(Autoprodotto)
Cresciuto modellando il proprio stile chitarristico sulle evoluzioni di Eric Clapton e Duane Allman con l’aggiunta di molto jazz, il newyorkese Peter Veteska inizia a fare sul serio nel
2008 e qualche anno più tardi forma i Blues Train, con un suono che attinge a piene mani da jazz e funk. I quattro dischi pubblicati sino a un paio di anni fa si muovono proprio su questi binari. Il nuovo album saluta l’entrata nella band del portentoso tastierista Jeff
Levine, forte dei suoi trascorsi al servizio di Joe Cocker, Hall & Oates e John Fogerty e del bassista Coo Moe Jhee, che forma una potente sezione ritmica insieme al fido batterista
Alex D’Agnese. I preziosi apporti esterni di Mikey Jr. all’armonica e della vocalist Jen
Barnes completano il quadro e il sound del gruppo, sempre molto compatto e omogeneo, assume un orientamento più marcatamente blues e rock. Nel menù, costituito soprattutto da brillanti temi originali – irresistibile il ritmo boogaloo di “Thinking And Drinking” – compaiono anche alcune “covers”, tra cui “Baby You’ve Got What It Takes”, lanciato nel 1960 da Dinah Washington e Brook Benton.
L e A l t r e N o v i t à :
Laura Tate, Season Ammons, Kat Riggins, Greg Sover Band, Dave Rotundo Band, Mark
Muleman Massey Santa, Michael Falzarano And Extended Family, Paolo Bonfanti, Andy Cohen, Tomas Doncker, Catherine Britt, Christone “Kingfish” Ingram, Andrea Garibaldi & Luciano Federighi.
D a l P a s s a t o :
Leon Redbone & Dr. John, The Mavericks, Darlene Love, Pittsburgh Jazz Orchestra, Rick
Lang (voc. Annie Sellick), Shemekia Copeland, Sonny Boy Williamson (Rice Miller), Dave
Van Ronk, Tiffany Pollack & Eric Johanson, Jazz At Lincoln Center Orchestra with Wynton
Marsalis.
B e n v e n u t i a B o r d o !