D
i s c h i d e l l a S e t t i m a n a :
Various
Artists - “ A G u l f C o a s t C h r i s t m a s “ (Gulf
Coast)
In
questo fine d’anno piuttosto avaro di pubblicazioni natalizie, in
effetti la delicata situazione che stiamo vivendo non è certo
favorevole, brilla questa compilazione “stagionale” della solerte
etichetta fondata nel 2018 da Mike Zito e Guy Hale . In lista ben
sedici titoli, di cui sette composti per l’occasione e ad
interpretarli scende in campo il nutrito “roster” della casa
texana al gran completo. Da Albert Castiglia a Billy Price, da Jimmy
Carpenter a Kat Riggins, da Kevin Burt a Diana Rein, per fare qualche
nome. Il tutto è molto piacevole e uniforme, sempre in equilibrio
tra blues-rock, soul e r&b e le nuove tracce non sfigurano
affatto al confronto con “standards” affermati, quali “Blue
Christmas”, “Back Door Santa” e “Merry Christmas Baby”,
quest’ultimo magistralmente eseguito da John “Blues” Boyd
insieme a Kid e Lisa Andersen. Ad aprire le danze e chiudere i
battenti ci pensa l’indomabile padrone di casa (Mike Zito), con
“All I Got For Christmas Is The Blues” e “Run Rudolph Run,
proprio quella lanciata nel ‘59 da Chuck Berry, suo celebre
concittadino.
B
i g H a r p G e o r g e - “L i v i n g I n T h e C i t y“
(Blues Mountain)
L’esordio
alla soglia dei sessant’anni nel 2014 con il sensazionale
“Chromaticism”, autentico fulmine a ciel sereno nel firmamento
del blues internazionale. In realtà George Bisharat, sangue
palestinese e irlandese nelle vene, soffiava nell’armonica già
dalla prima adolescenza nella nativa Topeka, Kansas. Ma una
prestigiosa carriera di avvocato e docente di diritto ha relegato in
un angolo la passione musicale, fino all’arrivo della pensione.
Oggi Big Harp George è uno degli armonicisti più originali e
fantasiosi in circolazione. Assoluto fuoriclasse nella “cromatica”
– quella di George Smith e William Clarke – e attivo da decenni
nella Bay Area, Mr. Bisharat ci invia un nuovo album che sviluppa e
dilata ancor più i confini stilistici già molto estesi dei tre
dischi precedenti. Il suono, scintillante e molto dinamico, miscela
infatti blues, soul, jazz, samba, country e, nel finale, una sorta di
tango dal sapore mediorientale. Ed anche per questo nuovo
appuntamento, come in passato, scende in campo la crema dei
Greaseland Studios di San Josè, con Kid Andersen padrone di casa e
il compianto Little Charlie Baty a volare molto in alto con la sua
solista imbevuta di swing, in sei dei brani tutti originali in
scaletta. A lui, scomparso nel marzo scorso, è dedicato il disco.
K
i m W i l s o n - “ Take Me Back ! – The Bigtone Sessions ( MC
)
Armonicista
e cantante blues molto apprezzato e riverito anche nel mondo del rock
– Peter Frampton, Mark Knopfler e Paul Simon si sono avvalsi delle
sue prestazioni – Kim Wilson è soprattutto noto come leader dei
Fabulous Thunderbirds, influente roots’n’blues band fondata a
Austin, Texas insieme a Jimmie Vaughan nel 1974. Questa nuova prova
solista, a tre anni dalla precedente, segna il ritorno all’etichetta
newyorkese di Mark Carpentieri, che aveva prodotto due pregevoli
opere all’inizio del nuovo millennio: “Smokin’ Joint” (2001)
e Lookin’ For Trouble” (’03). “Take Me Back” è stato
concepito nei californiani Bigtone Studios di Jon Atkinson, con
strumenti e apparecchiature d’epoca. La registrazione è mono, in
presa diretta e senza “overdubs”, il suono naturale e con una
patina “vintage” che sembra uscire dalle storiche incisioni Chess
e Vee-jay tra i 50’s e 60’s. Wilson compone sei nuovi brani
–soprattutto strumentali- e recupera tracce poco battute di Howlin’
Wolf, Percy Mayfield, Little Walter e James A. Lane (ben quattro
titoli !).Tra gli accompagnatori, chitarristi di primordine, come lo
stesso Atkinson, Billy Flynn e Rusty Zinn.
T
i m W o o d s - “ V o r t e x “ (
Autoprodotto )
Chitarrista
e cantante originario della Pennsylvania, ma sudista d’adozione –
a Macon, Georgia dall’età di sedici anni – Tim Woods è una
sorta di enciclopedia vivente di buona musica e con notevoli
esperienze alle spalle. Nel suo stile caleidoscopico confluiscono
blues, rock, soul, jazz, folk, country, improvvisazioni jam e schegge
di psichedelia anni ’60. Molti
gli
incontri preziosi : Commander Cody, Mick Fleetwood, Sonny Landreth e
poi David Honeyboy” Edwards, Big Jack Johnson, John Primer e Bob
Stoger. Questi
ultimi presenti in “The Blues Sessions”, il debutto ufficiale del
2010. “Vortex” è il suo terzo lavoro, una sorta di “concept
album” ispirato da un soggiorno a Sedona, Arizona, luogo carico di
fascino ed energia naturale. Con l’aiuto dell’amico “tuttofare”
Bobby Lee Rodgers, produttore e polistrumentista e un minimo
contributo dello storico pianista Paul Hornsby (Charlie Daniels Band)
e dei figli Derek e Ryan, Woods confeziona con gusto e passione un
lavoro che sintetizza le molteplici fonti ispirative sfoderando un
suono fluente e sostanzioso.
L
e A l t r e N o v i t à :
Tawny
Ellis, Grainne Duffy, Malaya Blue, Dallas Moore, Trevor B. Power,
Michael
Falzarano and Extended Family, Raphael Wressnig & Igor Prado,
Brett
Perkins & Tamra Rosanes, The Pinx, Brandi Vezina, Laura Tate,
Bette
Smith,
Johnny & Jaalene.
D
a l P a s s a t o :
JD
McPherson, Ben Levin, Los Lobos, Los Straitjackets, Pittsburgh Jazz
Orchestra, Clifton Chenier, Hamilton Loomis, Steve Riley & The
Mamou Playboys with Wayne Toups, Charlie Musselwhite.
B
e n v e n u t i a B o r d o !