Non si è diradato, ieri a palazzo Chigi, l’alone di mistero che attornia il gruppo siderurgico ex Ilva e l’unica cosa uscita dal riserbo degli esponenti del Governo che seguono la trattativa per la vendita del gruppo siderurgico è che la scelta definitiva arriverà nel prossimo week end. Il segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Ulliana, l’ha commentata con queste parole al termine dell’incontro svolto nel tardo pomeriggio di ieri a palazzo Chigi: «Abbiamo aggiornato lo stato della situazione sui tempi della trattativa. Hanno posto una serie di questioni legate alla riservatezza rispetto a un bando che è ancora in fase di ultimazione. Ci hanno nuovamente precisato i tempi che intendono sviluppare: il 14 marzo verrà definita l’assegnazione, ci sarà poi il processo di esamina delle proposte, successivamente l’individuazione del soggetto. Individuato il soggetto si aprirà una trattativa conclusiva rispetto a tutti gli aspetti che
riguardano le questioni sindacali che abbiamo posto. Per noi – ha aggiunto Ulliana – diventa centrale l’accordo sindacale per stabilire il perimetro industriale che riguarda tutte le acciaierie del gruppo in Italia e gli aspetti di natura occupazionale perché nessuno deve essere escluso, indotto compreso».
Nel corso dell’incontro di ieri è stato precisato, questo sì, che tutte le proposte presentate hanno con loro la decarbonizzazione. La cosa che preoccupa i sindacalisti di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil sono i tempi annunciati dal Governo che si protrarranno sino al mese di giugno e coincidono con il periodo in cui le risorse messe dallo Stato andranno a esaurirsi. Questo significa che resterebbero appena due mesi di tempo per sviluppare la trattativa per mettere in sicurezza le questioni di aspetto prettamente sindacale. A quelle di carattere nazionale si aggiungono quelle dei lavoratori dello stabilimento di ex Ilva di Novi, nemmeno citato nell’incontro di ieri e Moreno Vacchina, componente della rappresentanza sindacale unitaria dello stabilimento di Novi Ligure lo ha sottolineato senza mezzi termini: «Si è trattato di un incontro che non si può che definire inconcludente perché non hanno detto niente, né chi è avvantaggiato in questo rush finale per aggiudicarsi l’ex Ilva, né che intenzioni hanno. Speriamo che si ricordino che la copertura economica pubblica è garantita fino a giugno». Sull’aspetto della partecipazione pubblica, Moreno Vacchina, si allinea al giudizio del segretario generale della Fim Cisl: «Ci hanno detto che faranno un emendamento non ci hanno precisato come verrà fatta l’operazione perché non l’hanno ancora presa in esame. Sanno come non deve essere fatta». Il riferimento all’operazione ArcelorMittal in cui lo Stato pagava, ma non decideva, non sembra tutt’altro che casuale. In estrema sintesi: a meno di clamorosi colpi di scena, nel fine settimana verrà definito il futuro dell’ex Ilva e, si spera, dello stabilimento di Novi Ligure.
Nella foto:
I componenti della rsu dello stabilimento ex Ilva di Novi, Marco Ginanneschi, Federico
Porrata e Moreno Vacchina, con il Vescovo Guido Marini e il Sindaco di Novi,
Rocchino Muliere.