Nel vertice di martedì tra i sindacalisti e i manager di Acciaierie d’Italia non è stato raggiunto l’accordo per la cassa integrazione che dovrebbe interessarecomplessivamente 2500 dipendenti, compresi i 155 che lavorano allo stabilimento ex Ilva di Novi Ligure.
L’azienda ha fatto sapere che se non ci sarà la cassa in deroga entro lunedì prossimorimetterà tutto alla valutazione dei soci.
Per questo diventa di fondamentale importanza la mediazione del Ministero del lavoro edella presidenza del Consiglio dei ministri.
A rendere intransigenti i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uilprovvede la mancata erogazione, entro i termini previsti del1° giugno, del welfare aziendale, come previsto dal contratto nazionale di lavoro, nonché l'assenza di chiarezza da parte dell'attuale management di Acciaierie d’Italia al riguardo degli assetti produttivi e alla destinazione dei prodotti semi lavorati che derivano dagli aumenti produttivi all’acciaieria di Taranto.
Sindacati critici anche per un utilizzo anomalo della cassa integrazione negli stabilimenti del nord, compreso quello di Novi.
Questo preoccupa anche il sindaco Rocchino Muliere che alla presentazione dei componenti della nuova giunta ha detto che la situazione dell’ex Ilva sarà uno degli argomenti in cui si dovrà occupare prioritariamente la nuova amministrazione comunale di Novi.