Il caso ex Ilva (oggi Acciaierie d’Italia) dovrebbe arrivare sulla scrivania di Giorgia Meloni a metà della settimana in corso perché la presidenza del Consiglio dei ministri valuta di anticipare l’acquisizione delle quote di maggioranza di Acciaierie d’Italia, azienda a capitale pubblico-privato attualmente controllata da ArcelorMittal.
Un precedente accordo tra l’allora Ministero dell’industria e dello sviluppo economico con il socio privato prevedeva la scalata del socio pubblico (Invitalia per conto dello Stato italiano) dall’attuale 38% al 60% nel mese di maggio dell’anno 2024, ma l’accelerata del passaggio di quote è ritenuta necessaria per poter utilizzare quasi un miliardo di fondi del Pnrr collegati al sito siderurgico di Taranto, dal quale dipendono le sorti dello stabilimento di Novi Ligure perché l’approvvigiona di lamiera grezza da raffinare, elettrozincare e renderla disponibile per gli utilizzatori finali.
Si fa strada l’ipotesi di una statalizzazione temporanea di Acciaierie d’Italia con la previsione di patti parasociali che consentirebbero, in un futuro più o meno prossimo, alla Stato di vendere il 20% delle quote a un socio industriale italiano o al socio Arcelor Mittal.
La data della discussione tra le varie componenti del Consiglio dei ministri è indicata per giovedì 15 giugno con il Ministero delle imprese e del made in Italy che spinge per riorganizzare entro l’estate assetto azionario e governance di Acciaierie d’Italia.