Matteo Morando non è più il segretario del Partito Democratico di Novi Ligure. Lui stesso ha rassegnato le proprie dimissioni «in quanto il risultato negativo delle amministrative può essere, in tutto o in parte, direttamente collegabile al mio operato; nonché per consentire all’azione del Circolo maggiore credibilità e slancio». «Abbiamo, sicuramente, commesso errori politici, sottovalutando la forza del centrodestra che nel 2009 si presentò diviso alle elezioni e sovrastimando il nostro risultato del 2014 che, complice il traino di Matteo Renzi, ci ha illuso di avere il Popolo incondizionatamente dalla nostra parte», dice Morando.
«Per ragioni collegabili alla politica sia nazionale sia locale, ci siamo inimicati o, solo, abbiamo demotivato alleati, candidati e elettori che, cinque anni fa, avevano sostenuto Rocchino e che, in questa campagna, hanno palesemente tifato o operato contro di noi. Non ha sicuramente giovato allinearsi alla consuetudine nazionale che, almeno dal 1994 (primo Governo Berlusconi), esclude le opposizioni da qualunque incarico (anche solo di garanzia). Tale situazione ha contribuito a creare il mito della nostra chiusura; della nostra autoreferenzialità; ad alimentare la voglia di nuove esperienze politiche da parte dei Novesi».
«Un’analisi fortemente autocritica è doverosa perché le mie dimissioni non sono figlie di una disfatta ma di una sconfitta di misura, a dimostrazione del fatto che il nostro schieramento ed il nostro Partito, pur non esenti da errori, sono vivi, dinamici e, soprattutto, credibili. L’autocritica e l’applicazione per la correzione degli errori devono rappresentare il punto di inizio di una nuova fase di analisi, discussione e proposta. Di una riorganizzazione territoriale che ci consenta di essere efficienti ed efficaci; che possa richiamare a noi una parte importante degli oltre 8.000 Novesi che non votano. In questi mesi siamo stati ovunque e comunque. Alle assemblee e allo sciopero dell’outlet; allo sciopero dell’ILVA o davanti ai cancelli nell’estate del 2018 e, da ultimo, nei giorni precedenti il ballottaggio; siamo stati alla Pernigotti e alle manifestazioni dei lavoratori. Probabilmente, sono azioni che hanno pagato poco o non abbastanza. Ma, sicuramente, hanno pagato, visto il risultato di coalizione delle Amministrative rispetto a quello delle Regionali e delle europee».
«Alle amministrative il Circolo ha dato il massimo. In questi mesi ho visto capitani agire da gregari e gregari dare oltre il 100% per la medesima causa. Il lavoro di tutte queste persone deve essere rimarcato e portato da esempio per la futura attività del Circolo. Positivo è l’altruismo di chi ha rinunciato a un posto in lista per consentirci di comporne una che, inizialmente criticata per la sua apertura ad Articolo Uno e al PSI, si è rivelata più forte e apprezzata rispetto a quella delle europee e delle regionali. Positivo è, non da ultimo, il risultato conseguito dalle liste nostre alleate, il cui patrimonio umano non può e non deve essere disperso. La linea politica dell’opposizione dovrà essere discussa e decisa collegialmente con tutte le persone con le quali abbiamo condiviso questa avventura elettorale. Da oggi inizia una fase di elaborazione che, sotto la guida di una Commissione di Garanzia (composta da Paola Cavanna, Roberto Contotto e Adriano Guarneri), culminerà in un congresso cittadino, già fissato, dalla Commissione, per il 21 settembre prossimo, dal quale usciranno una nuova linea politica e un nuovo coordinatore».