17 settembre 2025

Ex Ilva – I sindacalisti domani a Roma per dire no alla “cassa”, prima notizie sul futuro del gruppo

I patimenti dei lavoratori dello stabilimento Ilva di Novi Ligure sono ripresi dopo un mese e mezzo di attività ridotta all’indispensabile e stipendio diminuito causa cassa integrazione. E si ricomincerà domani a parlare di cassa integrazione perché i sindacalisti sono stati convocati a Roma per parlare, guardate un po’, di quell’ammortizzatore sociale che stata diventando un incubo che i lavoratori di tutti gli stabilimenti Ilva d’Italia si sognano anche di notte. I loro rappresentanti sindacali, componenti della rappresentanza sindacale unitaria dello stabilimento ex Ilva di Novi compresi, domani a Roma ci andranno ma probabilmente per dire ai rappresentanti del ministero e della presidenza del Consiglio dei ministri che prima di qualsiasi accordo per l’applicazione di ulteriore cassa integrazione, vogliono sapere quale sarà in piano B per salvare l’ex Ilva perché il piano iniziale quello che prevedeva l’acquisizione dei siti produttivi del gruppo siderurgico italiano dagli azeri di Baku Steel sta tramontando. I sindacalisti, i lavoratori e l’Italia intera vorrebbero sapere quali sono i futuri investitori, ammesso e non concesso che ci siano all’orizzonte imprenditori interessati ai siti produttivi ex Ilva. Intanto, pur in assenza di conferme ufficiali, si fa strada l’ipotesi che Baku Steel si stia defilando dalla corsa all’acquisizione dell’ex Ilva non potendo posizionare la nave rigassificatrice prevista nella sua offerta d’acquisto. Verrebbe da dire e da scrivere che chi è causa del suo mal pianga sé stesso, ma la risposta sta in un’altra domanda: «che colpa ne hanno i lavoratori dello stabilimento ex Ilva di Novi?». Che non ci sia la coda davanti all’ufficio del ministero delle imprese e del made in Italy per chiedere le condizioni per acquisire i siti produttivi dell’ex Ilva, lo si intuisce dallo spostamento del termine ultimo per inoltrare offerte per avviare la proceduta d’acquisto, dal 15 settembre al 26 dello stesso, corrente, mese.


Nella foto:
Il tavolo di crisi sull’Ilva svolto a Novi il 4 agosto scorso, poi 44 giorni di silenzio assordante.