Ieri mattina il Museo dei Campionissimi di Novi Ligure ha ospitato la prima giunta “aperta” monotematica della Regione Piemonte. La città alessandrina, scelta come simbolo per casi emblematici come Pernigotti e Ilva, ha ospitato la prima delle Giunte “aperte” con cui il nuovo governo regionale intende affrontare i temi strategici per il Piemonte. Presente accanto al presidente e alla squadra degli assessori anche il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, oltre ai rappresentanti del mondo istituzionale, sindacale e produttivo: Gian Paolo Cabella, sindaco di Novi Ligure, i segretari generali del Piemonte di Cgil Massimo Pozzi, Cisl Alessio Ferraris, Uil Giovanni Cortese, e il presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli.
Al termine della Giunta regionale itinerante, l’assessore Elena Chiorino ha incontrato una delegazione dei dipendenti della Pernigotti. I lavoratori hanno espresso tutta la loro preoccupazione per il futuro dell’impresa e dei suoi addetti, alla luce della grave crisi che pare non trovare soluzione. L’assessore ha ascoltato con attenzione le istanze dei dipendenti e ha assicurato il massimo impegno della Regione per mettere l’attuale proprietà di fronte alle proprie responsabilità, mobilitandosi immediatamente con una lettera al Mise - partita già oggi – e successivamente nel tavolo convocato a Roma il 17 luglio, a cui chiede sia presente la proprietà, con un’azione forte, concreta e incisiva, finalizzata a salvare, tutelare e valorizzare un brand che rappresenta una delle eccellenze del made in Italy e soprattutto del Made in Piemonte.
“Lamento l’arroganza di chi non vuole nemmeno prendere in considerazione imprenditori decisi a investire su Pernigotti, marchio storico che diremo con fermezza che non può lasciare Novi - ha dichiarato Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro -. L’azienda deve rimanere una, e tutti i soggetti devono fare sistema per far capire che non ci possono essere imprenditori stranieri che vengono in Italia per prelevare i nostri marchi. Noi - ha aggiunto - siamo per la Torino-Lione, perché dove ci sono infrastrutture c’è più scambio di merci, che può dare risultati sul versante occupazionale”.
A portare la sua testimonianza anche Piero Frescucci, lavoratore della Pernigotti e rappresentante delle Rsu: “I nostri problemi derivano dall’intransigenza di una proprietà che non ha saputo valorizzare un marchio presente da 160 in Italia e nel mondo e sta prendendo in giro istituzioni e dipendenti. Chiediamo aiuto di tutti, deve esserci compattezza. Basta dare alibi ai proprietari”.