14 dicembre 2020

Novi Ligure. Ex Ilva, lo Stato ritorna nella fabbrica

Lo Stato torna a far parte di Ilva. Arcelor Mittal e l'agenzia nazionale Invitalia hanno firmato l'accordo che consente alla società pubblica di entrare al 50%, per poi salire al 60%, nella compagine azionaria dell'azienda che ha in gestione gli impianti siderurgici dell'ex Ilva (Taranto, Genova Cornigliano, Novi Ligure e Racconigi). L'accordo prevede il completo assorbimento dei 10.700 lavoratori (ma con tempi lunghi) e un piano di investimenti ambientali e industriali.

In particolare, l’accordo prevede un aumento di capitale di Arcelor Mittal Italia (la società in cui Arcelor Mittal ha già investito 1,8 miliardi di euro e che è affittuaria dei rami di azienda di Ilva in Amministrazione Straordinaria) per 400 milioni di Euro, che darà a Invitalia il 50% dei diritti di voto della società.

A maggio del 2022 è programmato un secondo aumento di capitale, che sarà sottoscritto fino a 680 milioni da parte di Invitalia e fino a 70 milioni di parte di Arcelor Mittal. Al termine dell’operazione Invitalia sarà l’azionista di maggioranza con il 60% del capitale della società, avendo Arcelor Mittal il 40%.

L’accordo contiene un articolato piano di investimenti ambientali e industriali. Sarà tra l’altro avviato il processo di decarbonizzazione dello stabilimento di Taranto, con l’attivazione di un forno elettrico capace di produrre fino a 2,5 milioni di tonnellate l’anno. L’obiettivo del piano di investimenti nel Mezzogiorno d’Italia è di trasformare l’ex Ilva di Taranto nel più grande impianto di produzione di acciaio “green” in Europa.

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