13 novembre 2019

Novi Ligure. Ex Ilva, dopo lo sciopero un consiglio comunale aperto

Lunedì sera la questione Ilva è arrivata sui tavoli del consiglio comunale di Novi Ligure, che ha espresso forte preoccupazione per la delicatissima situazione degli stabilimenti ex Ilva a seguito della decisione dei vertici aziendali del Gruppo Arcelor Mittal di recedere dal contratto di acquisizione della fabbrica. Nell’ordine del giorno, approvato all’unanimità, l’eventuale chiusura degli otto siti produttivi in Italia (Taranto, Genova, Novi Ligure, Milano, Racconigi, Paderno Dugnano, Legnaro, Marghera) viene definita come una vera e propria «bomba sociale». Il consiglio, quindi, ha auspicato una rapida risoluzione della vicenda che garantisca il rispetto degli impegni assunti dal gruppo Arcelor Mittal e in particolare gli attuali livelli occupazionali, la tutela dell'ambiente e della salute.

Il consiglio, inoltre, ha chiesto al sindaco di adoperarsi presso il Governo per favorire una rapida e positiva soluzione della vertenza e a partecipare attivamente a tutti i tavoli di confronto promossi a livello istituzionale. Si è deciso, poi, di adottare tutte le iniziative necessarie per scongiurare qualsiasi ipotesi di chiusura dello stabilimento di Novi Ligure garantendo il rispetto dei diritti dei lavoratori e la tutela ambientale, nonché di convocare in tempi rapidi un consiglio comunale aperto sulla questione.

Qualche ora dopo, nella mattina di martedì (ieri, ndr), ad Alessandria si è tenuto il presidio dei lavoratori davanti alla prefettura, nell'ambito dello sciopero di 24 ore indetto dai sindacati Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil. E quasi contemporaneamente i legali di Arcelor Mittal hanno depositato all'iscrizione a ruolo in Tribunale a Milano l'atto di citazione per il recesso del contratto di affitto, preliminare all'acquisto, dell'ex Ilva. La multinazionale francoindiana ha quindi formalizzato la volontà di recedere dal contratto di affitto che, secondo l'accordo, avrebbe portato all'acquisto nel maggio 2021. In piazza i sindacati dei metalmeccanici hanno sottolineato che dal loro punto di vista non sussistono le condizioni per la rescissione.

ARTICOLI CORRELATI