D i s c h i d e l l a S e t t i m a n a :
F i o n a B o y e s - “ V o o d o o I n T h e S h a d o w s “ ( Reference )
Ancora una “blues girl” dall’ Australia. Dopo Kara Grainger la scorsa settimana, questa volta tocca a Fiona Boyes, con il suo carico di riconoscimenti conquistati in quasi 30 anni di attività e la sua miriade di chitarre personalizzate. La signora di Melbourne, ormai considerata un’ autentica “prima donna” nel panorama blues internazionale, rinnova per la
terza volta la proficua collaborazione con l’ etichetta di San Francisco, Ca. ( “Box & Dice”-
2015; “Professin’ The Blues” -2016 ) e sforna un altro album maturo e stimolante. Una sorta di viaggio esplorativo nei luoghi chiave del blues sudista: Memphis, Mississippi, New
Orleans, Gulf Coast. Nell’ album, stupendamente autoprodotto, Fiona sfodera la sua invidiabile collezione di chitarre, suonate con abilità magistrale e accorata passione. Al suo
Fianco il tuttofare Tim Neal (piano,Hammond,basso,sax) e il percussionista Mark Grunden.
Gradito ospite, direttamente da New Orleans, l’affermato Johnny Sansone (armonica e fisa).
Brani originali di pregevole fattura e un paio di covers,tra cui l’ affascinante e sinuosa “Dark and Dangerous Love”, dal primo album degli Iguanas (1993), gruppo di culto della
“Crescent City”.
K a t e C a m p b e l l - “ D a m n S u r e B l u e “ ( Large River Music )
La colta e raffinata songwriter di New Orleans –nei suoi testi tracce evidenti della più nobile
letteratura sudista, da William Faulkner a Flannery O’Connor – pubblica un nuovo album
registrato a Nashville, Tenn., dove risiede da tempo, e prodotto a quattro mani con il brillante Will Kimbrough. Sin dagli esordi, avvenuti nel 1994 con l’ acclamato “Songs From
The Levee” e ristampato dieci anni dopo, Kate si è sempre espressa a livelli artistici molto
elevati. Questo nuovo lavoro, circa una ventina alle spalle, è un ennesimo, prezioso affresco
di bellezza e sobrietà; un distillato purissimo di musica delle radici, dove country, folk e blues sono protagonisti con toni morbidi e garbati. Il disco è una sorta di omaggio al
gigantesco Johnny Cash, di cui vengono rispolverate due canzoni : “Forty Shades of Green”
e “Ballad of Ira Hayes”, scritta in realtà da Peter La Farge. Tra gli apporti esterni, da non
perdere anche “The Great Atomic Power”, celebre pagina dei Louvin Brothers e “Christ, It’s
Mighty Cold Outside” di Eric Kaz, in cui viene citato anche Paul Simon. Tra gli stupendi
originali, da segnalare “This, And My Heart Beside”, che trae ispirazione da una poesia di
Emily Dickinson.
D a v e K e l l e r - “ E v e r y S o u l ‘ s a S t a r “ ( Catfood )
Con un passato ricco di preziose frequentazioni – Mighty Sam McClain, Robert Ward, Paul
Rishell,Johnny Rawls, fino a giungere a Ronnie Earl, che lo lanciò come vocalist nell’ album
“Living In The Light” del 2009 – Dave Keller è oggi considerarto uno dei più autentici “soul men” bianchi in circolazione. Il nuovo lavoro ne è una fulgida conferma. Dal nativo Massachussets al gelido Vermont – dove attualmente vive – Keller ha scelto il Texas per
incidere nuovo materiale. Ed è stato proprio Rawls a sponsorizzare il suo arrivo a El Paso,
in casa Catfood. Prodotto dall’ attivissimo Jim Gaines e con una band coi fiocchi alle spalle
- The Rays, guidati dal bassista e “patron” Bob Trenchard – “Every Soul’s A Star” è un gran
bel disco di soul-blues nella più limpida accezione del termine. Il titolare firma e interpreta
magnificamente una decina di brani da manuale e, in ricordo di “Lady Soul”, riveste di nuovo “Baby I Love You”, scritta nel 1967 da Ronnie Shannon per lo stupendo “Atretha Arrives”.
Mick Kolassa & The Taylor Made Blues Band–“149 Delta Avenue” (Endless Blues)
Arriva dal nord ( Michigan ), ma il suo amore viscerale per il blues lo ha spinto da molto
tempo al sud ( Mississippi ) e il suo nome d’arte – “Michissippi” Mick - riflette le due componenti geografiche. Mick Kolassa, ormai in pianta stabile a Memphis, Tenn. è una figura di primo piano della prestigiosa Blues Foundation, ma anche un musicista di tutto
rispetto. A pochi mesi di distanza da “Double Standards”, ricco album di “classici” eseguiti
in coppia ognuno con un ospite diverso, ecco il nuovo lavoro all’ insegna di ciò che lui stesso ama definire “Free Range Blues”, il blues nelle sue molteplici sfaccettature. Con un gruppo fatto su misura – “Taylor Made” – Kolassa presenta una decina di nuove composizioni e le interpreta con gusto e spiritosa autoironia. Va poi a rianimare la celebre “I Don’ t Need No Doctor” di Ashford & Simpson per Ray Charles, “Miss Boss” di Larry Garner e, in chiusura, la scherzosa “The Viper”. Tra i molti ospiti, il chitarrista e amico fraterno Jeff Jensen, presente in cinque tracce, Toronzo Cannon, anch’ egli alla chitarra e J.D. Taylor, armonicista e leader dei Little Boys Blue.
L e A l t r e N o v i t à :
Dana Fuchs, Ina Forsman, Sari Schorr, Shaw & The Black Ties, Bobby Blackhat, Mindi
Abair & The Boneshakers, The Little Red Rooster Blues Band, Scott Sharrard,Randy Casey,
Delta Moon, Ruth Wyand, Frank Bey, Jonathon Long, Baton Bleu, Elizabeth Mitchell and
Suni Paz, Eric Bibb, Dan Israel.
D a l P a s s a t o :
Charlie Musselwhite, John Fogerty, Johnny Cash,Ray Charles & Milt Jackson,The Iguanas,
Marvin Gaye & Tammi Terrell, Katie Garibaldi.
B e n v e n u t i a B o r d o !