27 luglio 2018

M y s t e r y T r a i n - “ S u m m e r W e e k e n d I n P o r r e t t a “

 

D i s c h i d e l l a S e t t i m a n a :

 

M i k e A i k e n - “ W a y w a r d T r o u b a d o u r “ ( Northwind )

Da cinque anni il talentuoso songwriter ed esperto uomo di mare sudista non sfornava

un nuovo disco. L’ ottimo “Captains & Cowboys” risale infatti al 2013. Un lustro per meditare e aprire le porte a qualche cambiamento. Il titolo della prima traccia, “Everything

Changed” suona come programmatico in questo senso e introduce una frizzante ventata di western swing stile Texas Playboys. Una strizzatina d’occhio al Dylan più country con la solo omonima “Nashville Skyline”, una spruzzata di gypsy jazz (“A Little Lazy In Your Life” ),

un accattivante pseudo-rockabilly ( “Travelin’ Bone” ) e il gioco è fatto. La solida base country-rock resiste comunque e la vena solare e caraibica dell’ amato modello Jimmy Buffett affiora a tutto tondo soltanto in “Penelope”. Insomma, nuovi stimolanti direzioni

e vecchie sicure certezze. Il “Trovatore Ribelle” ha colpito ancora…

 

F r e d d i e P a t e - “ I G o t T h e B l u e s “ ( Autoprodotto )

Chitarrista e cantante di origine ispanica, Freddie Pate ha da sempre incrociato il proprio destino con quello di grandi artisti, soprattutto di matrice country. Buck Owens, Merle Haggard, Lefty Frizzell nella sua nativa Los Angeles a cavallo tra ’60 e ’70; Johnny Cash, Willie Nelson e Conway Twitty in Texas dal’74 in poi. Dal ’90, con il trasferimento in Louisiana, diventa membro dei Zydecajun, la prestigiosa band del grande Wayne Toups. Esperienza infinita, dunque. Il blues era sempre nell’ aria, ma ci è voluto Mike Zito, bluesman e produttore in forte crescita a convincere Freddie a compiere il passo da tempo atteso. Registrato al Marz Studio di Nederland, Texas, il quartier generale di Zito, “I Got The Blues” non delude le aspettative ed elargisce 40 minuti di ottime vibrazioni. In programma un paio di titoli autografi, tra cui la “title-track” e parecchie “covers” di firme storiche (Elmore James,Fats Domino, Willie Dixon, B.B.King ). Singolari, ma assolutamente convicenti e per nulla fuori dal seminato, le personali versioni di “Hey Good Lookin”, storica perla di Hank Williams e “Jolie Blond”, sorta di inno nazionale “cajun” firmato nel 1929 da Amedè Breaux.

K e e s h a P r a t t B a n d - “ B e l i e v e “ ( Autoprodotto )

Scintillante esordio per la compagine texana che ha trionfato – “migliore band” – alla 34esima edizione dell’ International Blues Challenge di Memphis, Tenn. a inizio anno.

La carismatica presenza della titolare – voce straordinaria per estensione, potenza ed

espressività – non è l’ unica carta vincente del gruppo. L’ insieme, con elementi che provengono da diversi Stati dell’ Unione ( Texas, California, Louisiana, Mississippi, Arkansas ) e addirittura dal Giappone, offre alla “sirena” di Houston un tappeto sonoro

ricco, variegato ed estremamente dinamico, che ricorda le orchestre di scuola Motown.

Keesha, vocalist dalla più tenera età, ha condiviso il palco con artisti prestigiosi , quali

Bobby Rush, Eddie Cotton, il Rev. James Moore e la cantante lirica Grace Bumbry.

A proprio agio con quasiasi genere, dalla musica classica al jazz, dal rock sudista al

gospel, dal country al r’n’r, per questo debutto ha dato spazio soprattutto a soul e blues

e la scelta risulta particolarmente felice e appagante. “Believe” è infatti una delle opere

più riuscite e stimolanti degli ultimi mesi e merita tutta la nostra attenzione.

 

Jourdan Thibodeaux Et Les Rodailleurs – “Boue, Boucane, Et Bouteilles” (Valcour)

Ancora un’ interessante proposta dell’ etichetta cajun di Eunice, Louisiana. Dopo il tributo

alla musica di Jimmy C. Newman, “l’ Uomo Alligatore”, ecco spuntare dal cilindro magico di

Joel Savoy un’ altra novità di assoluto rilievo. Si tratta del giovane violinista e cantante

Jourdan Thibodeaux, proveniente dalle paludi boscose di Cypress Island, nel cuore del Bayou Country. Jourdan, che imbraccia anche l’ accordion nel titolo d’ apertura, è un personaggio davvero autentico che non ama parlare inglese, ma preferisce esprimersi nel

francese arcaico della tradizione cajun. Il suo stile musicale è ruspante e terragno, profondamente radicato nella storia della Louisiana francofona. Il disco, dal titolo esilarante, è un vorticoso susseguirsi di irresistibili “two steps” e ballate che strappano il

cuore con una voce vissuta e passionale e un “fiddle” grondante di tradizione. Ad assecondare il giovanotto in questo eccitante debutto, alcuni dei più accreditati solisti di

Acadiana”. Su tutti il polistrumentista creolo Cedric Watson e il titolare della casa discografica Joel Savoy, presente con la chitarra in quasi tutti i brani. “Laissez bon ton

rouler ! “

 

L e A l t r e N o v i t à :

Eliza Neals, Dana Fuchs, Markey Blue/Ric Latina Project, The Lucky Losers, Johnny And

The Motones, Big Harp George, The Little Red Rooster Blues Band, Bruce Katz Band, Grand Marquis, Kathy & The Kilowatts, Cyril Neville, Eugene Hideaway Bridges, Big Daddy Wilson, Jerry Velona, Mary Battiata & Little Pink, Zachary Richard, The California Honeydrops.

 

D a l P a s s a t o :

Terrie Odabi, Chris Cain, Don Bryant, Guy Davis & Fabrizio Poggi, Wee Willie Walker And

The Anthony Paule Soul Orchestra, The Hot Club of San Francisco feat. Barbara Dane,

The Beach Boys.

 

B e n v e n u t i a B o r d o !